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GIOVANI
E POLITICA
di
Beatrice Morlin e Lara Tedesco
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Durante
la nostra permanenza negli Stati Uniti abbiamo avuto modo di
assistere in diretta alle elezioni presidenziali americane del 2
novembre. |
Bea
e il suo secondo lavoro:
capotreno sulla linea
S. Diego - Los Angeles ;-)
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Sin
dal nostro arrivo siamo rimasti colpiti dall'enorme propaganda che i
privati cittadini esponevano in favore di uno dei due candidati
fuori dalle case o addirittura sui finestrini delle auto o sulle
targhe; era piuttosto comune infatti vedere dei cartelloni pro Bush
o pro Kerry appesi alle finestre, quasi ad ostentare la propria
inclinazione politica. Più di qualcuno è rimasto sconcertato da
questa pratica, piuttosto inusuale per noi in quanto nel nostro
Paese quello della politica è un tema che appartiene per la maggior
parte delle persone alla sfera della vita privata.
La nostra sorpresa è stata ancora più grande quando a scuola
abbiamo partecipato ad una lezione di “government”
(che forse si può tradurre con diritto e educazione civica), dove
gli studenti potevano liberamente esporre le loro idee politiche; in
particolare, durante la lezione del 2 novembre sono state
organizzate delle vere e proprie elezioni. Innanzitutto gli studenti
hanno cercato in internet delle informazioni riguardanti il
programma politico dei due candidati e poi hanno "votato". |
La
maggior parte della classe ha accordato la propria preferenza a
Kerry (rispecchiando tra l'altro quello che è stato il voto dei
cittadini della California) ma, come sappiamo, la maggior parte
degli americani si è espressa a favore di Bush. |
Alcuni
di noi sono stati accompagnati dalle famiglie ospitanti ai polls,
cioè i seggi elettorali: il modo di espressione del voto non
differisce molto dal nostro, tuttavia è stato interessante notare
gli accorgimenti adottati per votare.
Le schede elettorali compilate vengono inserite in un'apposita
macchina che le preleva e conteggia i voti, in modo però da mantenere
il segreto del voto.
Confrontando poi le nostre opinioni per quanto riguarda il rapporto
dei giovani americani con la politica si sono riscontrate diverse
idee: alcuni di noi pensano che essi si interessino all'argomento,
mentre qualcuno non ha riscontrato una grande attenzione. Siamo
quindi giunti alla conclusione che (come d'altra parte accade
in Italia) il rapporto con la politica è diverso a seconda dei
casi; molto importanti in questo senso sono l'influenza della
famiglia, la compagnia di amici e quanto "americani"
ci si sente: noi infatti abbiamo soggiornato a San Diego, che si
trova molto vicina al confine del Messico. |
Lara,
invece, oltre che studiare e
scrivere, si diverte a condurre treni
(sempre sulla stessa linea) ;-) |
Molte
delle nostre famiglie erano di origine messicana e queste
giustamente continuano a mantenere delle strette relazioni col loro
paese natio, non sentendosi quindi molto coinvolte nelle vicende
politiche americane. |
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IL
CONSIGLIO DEI RAPPRESENTANTI DEGLI STUDENTI
A HILLTOP HIGH SCHOOL
di
Jessica Santi
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Lunedì
1 novembre 2004 ho avuto la possibilità di partecipare ad un
consiglio tra studenti e preside, il “Principal’s roundtable”:
quello che noi in Italia potremmo chiamare Consiglio dei
rappresentanti d’istituto.
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Jessica
a Hilltop High
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Il tutto si è svolto nella biblioteca della scuola nella quale, per
l’occasione, i tavoli erano stati disposti a ferro di cavallo,
cosicché tutti i partecipanti potessero guardarsi negli
occhi.
Ogni studente aveva davanti a sé un cartello con su scritto il
proprio nome.
Preside escluso…come non riconoscerlo!
Gli studenti erano stati scelti da uno di loro, il membro più
anziano ed esperto. Tale compito gli era stato affidato dal preside.
Per i “nominati”, in ogni modo, la partecipazione al consiglio
non è un obbligo; certo è che poter essere rappresentanti degli
studenti è considerato un privilegio.
Complessivamente,
gli studenti erano circa trenta, otto per anno di corso. |
Da rilevare che facevano parte del consiglio anche ragazzi con
handicap fisici, i quali hanno punti di vista sicuramente diversi da
quelli fisicamente sani, e ragazzi americani per nascita ma con
genitori provenienti da diverse parti del mondo... comunque erano
ritenuti tutti uguali, non c’era uno studente cui tutti gli altri
facevano riferimento.
Per non scordare questa uguaglianza, in una pagina del fascicolo
consegnato dal preside ad ogni studente, c’era questa frase:
“The Sweetwater Union High School District does not discriminate
with regard to sex, sexual orientation, gender, ethnic group
identification, race, ancestry, national origin, religion, color,
mental disability, or physical disability, age, marital or parental
status or any other unlawful consideration”. |
Questo
consiglio ha il compito di proporre nuove idee, cambiare regole,
“scovare” i problemi che hanno gli studenti riguardo al sistema
scolastico o la struttura scolastica, per poi riferirli al preside,
discuterne e cercare di risolverli; le riunioni hanno luogo ogni
mese, secondo la data stabilita.
Quella a cui ho partecipato era la prima riunione che si teneva
dall’inizio dell’anno scolastico, quindi si è rivelata un po’
diversa dalle altre: innanzitutto il preside ha dato il benvenuto a
tutti gli studenti con una piccola introduzione, poi ha passato in
rassegna le date dei prossimi consigli. |
Jessica
intervista il rappresentante degli studenti
di Hilltop High Michael "Cody"
Monroe |
Ha
quindi voluto dar voce ai propri “collaboratori” e, infine, è
passato all’elezione per alzata di mano dei cinque membri del
“School Site Council Members”, un consiglio più prestigioso,
ritenuto tale in quanto, come componenti, ci sono i rappresentanti
dei genitori degli alunni, alcuni insegnanti e il preside.
Il tutto si è svolto all’insegna di battute e scherzetti
da parte degli studenti, ma anche del preside stesso; ciò per
rendere l’atmosfera rilassata e adatta al buon compimento del
“lavoro”. |
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IMPRESSIONI
AMERICANE
di
Jhoan Rodriguez
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L’esperienza
dello scambio mi ha fatto notare che
la
California
è diversa dall’ Italia in molti aspetti, sia positivi che
negativi.
Innanzitutto, i Californiani sono generalmente più socievoli
nel loro modo di essere e di relazionarsi con il prossimo. Per esempio,
se vedessero qualcuno che non conoscono in pericolo, gli americani (e
in particolare gli americani-messicani) darebbero una mano o
chiamerebbero aiuto. Gli italiani, invece, fanno spesso finta di
niente.
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Jhoan
Rodriguez (a sinistra) a Hilltop High
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Secondo
me gli Americani hanno un gran senso di patriottismo, infatti ogni
giorno di scuola inizia con una specie di inno nazionale e le classi
sono tutte decorate con poster che mostrano la bandiera americana.
Penso che questo senso di appartenenza alla Nazione sia qualcosa che
manchi sempre di più in Italia.
Un'altra cosa che mi ha colpito è il trattamento che ricevono
i clienti quando entrano in un negozio. L'accoglienza è quasi
sempre molto cordiale e amichevole. |
Ai
commessi, inoltre, non importa nulla se passi ore ed ore
semplicemente a guardare, senza acquistare qualcosa
(diversamente da quelli italiani) e, se compri qualcosa, ti
dicono quasi sempre onestamente cosa costa di più e
cosa meno o addirittura se la stessa merce ha un prezzo inferiore in un negozio
nelle vicinanze.
Per
quanto riguarda la scuola e l’istruzione, le differenze sono
notevoli: gli studenti, in primo luogo, scelgono parte
delle materie che vogliono studiare, e poi hanno sempre lo
stesso orario ogni giorno fino alla fine del quadrimestre. |
E'
curioso, inoltre, che le classi siano spesso decorate con cartelloni di
regole, che poi non vengono quasi mai prese in considerazione...
Una materia quasi sconosciuta nelle scuole pubbliche americane è
filosofia.
Ma
gli studenti americani a differenza di quelli italiani, possono
avere un’ ora di teatro, in una apposita stanza con costumi,
trucco, palco, etc..
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Jhoan
raccoglie... materiali per il suo articolo ;-) |
In tutte le scuole pubbliche americane, contrariamente a quanto
avviene talvolta in quelle italiane, fumare e bere alcolici è vietato,
e chi viola queste regole “rischia grosso”!
In
Italia prima dei 18 anni non si può guidare, ma si può fumare e
bere ad ogni età, senza finire seriamente nei guai se tua madre o
il prof. ti scoprono.
In America, invece, puoi guidare a
partire dai 16 anni, ma non si può fumare prima dei 18, né bere
prima dei 21. Tutto ciò è stato stabilito dalla legge americana,
che è molto più severa di quella italiana nel
valutare i casi di trasgressione di regole e leggi.
Infine
ho notato che molte cose, se rapportate a quelle italiane, sono più
grandi: dalle bottiglie d’acqua alle macchine; dalle abitazioni e
locali ai negozi.
E’ facile, per un italiano, perdersi negli enormi centri commerciali, come Horton Plaza o Plaza Bonita, che
contano al loro interno più 50 diversi negozi! Sarebbe dunque una
buona cosa non scordarsi mai di prendere una mappa!
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Foto: © Nicoletta
Galante 2004 |
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